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Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi
2022/08/05

Il 5 agosto, il giornale "Corriere della Sera" ha pubblicato l'articolo firmato del Console Generale LIU KAN Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi, seguente il testo completo:

Chi ha seguito gli affari internazionali negli ultimi giorni avrà notato che gli Stati Uniti hanno di nuovo creato problemi in Asia. Questa volta la protagonista è stata la Speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, che nonostante la forte opposizione del Governo Cinese e le sue solenni rimostranze, ha compiuto una visita improvvisa a Taiwan, che di fatto costituisce una grave violazione del principio di una sola Cina e delle disposizioni dei tre comunicati congiunti Cina-USA, un grave impatto sulle basi politiche delle relazioni sino-americane, una severa violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina, una forte violazione della pace e della stabilità nello Stretto di Taiwan e un segnale completamente errato per le forze che cercano "l'indipendenza di Taiwan". Il Governo e il Popolo Cinese si oppongono quindi fermamente a questo comportamento e lo condannano severamente. Il Ministero degli Affari Esteri Cinese, il Congresso Nazionale del Popolo, il Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese, l'Ufficio per gli Affari di Taiwan e il Ministero della Difesa Nazionale hanno rilasciato dichiarazioni e comunicatiper condannare l’accaduto già nella notte del 2 agosto. Il Viceministro degli Esteri Cinese, Xie Feng, ha convocato d'urgenza Nicholas Burns, l'ambasciatore americano a Pechino, poche ore dopo l'arrivo di Pelosi a Taipei e, allo stesso tempo, l'ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Qin Gang, ha presentato severe rimostranze rispettivamente al Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca e al Dipartimento di Stato. Negli ultimi giorni, i leader di molti Paesi e persone di ogni estrazione sociale si sono espressi per condannare la mossa sbagliata, inaccettabile e certo inopportuna della Pelosi. Il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che l'ONU continuerà a sostenere la risoluzione 2758 dell'Assemblea Generale e che la politica dell'ONU è quella di aderire al principio di una sola Cina. Questo dimostra che la giustizia è nel cuore delle persone.

La storia della questione di Taiwan è chiara: Taiwan è una parte sacra ed inseparabile della Cina sin dai tempi antichi.  Entrambi i lati dello Stretto di Taiwan appartengono ad un'unica Cina è chiaro e la comunità internazionale ne è consapevole. La Risoluzione N.2758 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1971 ha affermato chiaramente che nel mondo esiste una sola Cina, Taiwan è una parte della Cina, il governo della Repubblica Popolare Cinese è l'unico governo legittimo della Cina. Il principio di una sola Cina gode del consenso universale della comunità internazionale, tra cui l’Italia e nel rispetto delle regole fondamentali nelle relazioni internazionali, ed è sulla base di questo principio la Cina ha stabilito relazioni diplomatiche con 181 paesi. Nel comunicato sino-americano sullo stabilimento delle relazioni bilaterali firmato nel gennaio 1979, gli USA hanno dichiarato in modo chiaro che "gli Stati Uniti d'America riconoscono il governo della Repubblica Popolare Cinese come l'unico governo legittimo della Cina, e il popolo statunitense mantiene in questo contesto con il popolo di Taiwan rapporti non ufficiali in ambito culturale, commerciale e in altri settori."

La questione di Taiwan è quindi la questione più importante, più centrale e più delicata all'interno delle relazioni sino-statunitensi. Da quando sono state avviate le relazioni diplomatiche tra Cina e Stati Uniti, la parte statunitense non ha rispettato rigorosamente il principio di una sola Cina e i tre comunicati congiunti Cina-USA. Di fatto ha continuato a praticare una"strategia d'ambiguità " sulla questione di Taiwan per “contenere la Cina", impegnandosi ripetutamente nella vendita di armi a Taiwan con il pretesto di sostenerla nello sviluppo di "capacità asimmetriche". Gli Stati Uniti hanno continuato a distorcere, oscurare e svuotare il principio di una sola Cina, rafforzando i contatti istituzionali con Taiwan e sostenendo le attività secessioniste di Taiwan. Essendo parte del Governo statunitense, il Congresso Americano è di fatto chiamato ad aderire in modo severo alla politica di una sola Cina e a non svolgere alcun contatto ufficiale con Taiwan.

In quanto terza carica del Governo degli USA, di fronte ai numerosi problemi interni della democrazia, Pelosi ha scelto di volare grazie ai soldi dei contribuenti su un aereo militare statunitense per mettersi in mostra. Il suo comportamento viola il diritto internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali, danneggiano lasovranità e l'integrità territoriale di uno stato sovrano, nonché dimostrano una ingerenza diretta negli affari interni di un altro Paese, rivelando pienamente la sua intenzione di reindirizzare il dramma secessionista, di intensificare tensioni, evidenziando la natura degli Stati Uniti come il più grande distruttore di pace del mondo.Anche all’interno dello stesso Governo Americano non mancano le critiche, come ha detto la deputata repubblicana Majorie Greene, Pelosi non "…resta a casa a risolvere i problemi che affliggono il nostro popolo…" ed è “...ossessionata dal proprio potere che ha detenuto per decenni mentre il nostro intero paese crolla... basta con questa falsa difesa della democrazia”.

Se guardiamo al passato ogni provocazione dagli USA contro la Cina, ha avuto come risultato solo umiliazioni autoinflitte e conseguenze negative per gli USA stessi. Non ultimo esempio dell’incitamento alle forze della malavita di Hong Kong da parte della Pelosi che in realtà con le sue azioni ha semplicemente accelerato la transizione di Hong Kong dal caos all’ordine, dall’ordine alla prosperità, e ha fatto risplendere di nuovo la Perla D’Oriente. Anche questo caso non fa eccezione: l’intenzione di Pelosi di sostenerele “forze indipendentiste” di Taiwan per "usare Taiwan per controllare la Cina" e di violare la sovranità e l'integrità territoriale della Cina, non fermerà certo il processo storico di riunificazione e anzi lo potrà accelerare.

L’attuale situazione dello Stretto di Taiwan ci pone di fronte sfide importanti e difficili, causate dal fatto che le autorità di Taiwan e degli Stati Uniti continuano nei loro tentativi di cambiare lo status quo. La posizione del governo e del popolo cinese sulla questione di Taiwan è di non accettare alcun compromesso o concessione in merito. La volontà del popolo non deve essere sfidata, la tendenza dei tempi non potrà essere invertita. Nessun paese, nessuna forza e nessun individuo dovrebbero mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e le grandi capacità del governo e del popolo cinese di difendere la sovranità e l'integrità territoriale del proprio paese nel realizzare la riunificazione e la rinascita della nazione. La Cina ha adottato e adotterà misure decisive e vigorose per salvaguardare risolutamente la propria sovranità e integrità territoriale, e tutte le reazioni saranno assolutamente ragionevoli, legittime e naturali. Gli Stati Uniti e le forze indipendentiste taiwanesi dovranno interamente assumersi la responsabilità delle conseguenze che deriveranno dalle loro azioni.

Chi gioca col fuoco finisce per bruciarsi. È destinata a fallire la mossa sbagliata degli Stati Uniti che, contro la tendenza della storia, cerca di intervenire sulla questione di Taiwan e di mettere in discussione la sovranità e l'integrità territoriale della Cina.